Dormire volando
Dormire Volando di Domenico Frascerra Fonti: Nature Communication 2016 “Evidence that birds sleep in mid-flight” Ulrich Tigges, The Common Swift (Apus Apus) Siamo abituati solitamente a vedere, nel nostro allevamento, momenti in cui i nostri beniamini alati riposano con la testolina sotto l’ala, magari durante qualche ispezione in orari di sonno per loro. Queste situazioni ci inducono a vedere come logica ed unica, la deduzione che anche i volatili come tutti gli animali terrestri, uomo compreso, hanno bisogno di trovare un posto sicuro, riparato dalle intemperie e dai predatori, dove dormire per recuperare le energie perse durante la giornata. Il ragionamento è vero, ma siamo sicuri che è così per tutti gli uccelli? Partiamo da una semplice definizione di “sonno”, possiamo dire che “il sonno è lo stato in cui il riposo si contrappone alla veglia”, una temporanea e periodica interruzione dello stato di coscienza durante il quale l’organismo recupera le energie perse. Si distinguono diverse fasi del sono, in sintesi: 1) fase non REM, caratterizzata dal rilassamento muscolare. 2) sonno leggero, dura circa 10-15 di minuti ed è una fase di sonno leggero che ci prepara al sonno profondo 3) sonno profondo, il cervello entra in stand bay e consuma men energia e dura circa 40-50 minuti 4) fase REM (rapid eyes movement), caratterizzata da un’intensa attività cerebrale e con gli occhi che si muovono rapidamente in diverse direzioni sotto la palpebra. Il sonno si alleggerisce, in questa fase si sogna, ma contemporaneamente compare una sorta di paralisi dei muscoli volontari. Questa fase dura circa 4/5 minuti. Il sonno è quindi indispensabile per una giusta regolazione della nostra vita. Ora immedesimiamoci per un attimo in diverse specie migratorie di uccelli che devono percorrere migliaia di chilometri, magari attraversare oceani durante la notte, tutto allo scopo di raggiungere posti idonei per riprodursi. Immaginiamo anche di trovarci in condizioni metereologiche estreme durante il percorso, con impossibilità di effettuare soste per recuperare energie. Cosa possiamo fare? Come si dice di solito, di necessità virtù. Ecco che interviene la selezione naturale, il progredire del soggetto più forte e più capace di adattarsi alle situazioni trovando soluzioni incredibili ed impensabili. Adesso ritorniamo al titolo dell’articolo “dormire volando”, parole che diventano quella soluzione incredibile ed impensabile che la natura in migliaia di anni di evoluzione ha trovato per rendere possibile la sopravvivenza della specie. Studi recenti pubblicati su Nature Communication condotti da Niels Rattenborg del Max Planck Institute for Ornithology (Germania), ed alcuni colleghi dell'università di Zurigo, hanno dimostrato che alcuni uccelli sono capaci di sonno uniemisferico e riescono a mantenere nel contempo la capacità di orientarsi e volare persino in fase REM. Il tutto si è reso possibile grazie ad un dispositivo in grado di monitorare l'attività elettrica del cervello degli uccelli (con elettroencefalogramma) durante il volo. Lo strumento è stato applicato ad alcuni esemplari di fregata maggiore (Fregata minor), che ha percorso fino a 3.000 km di strada senza mai posarsi a terra. Le rilevazioni hanno registrato che i soggetti monitorati sono rimasti svegli durante il giorno, ma durante le ore serali mentre volavano ad alta quota si sono potuti rilevare diversi minuti di sonno ad onde lente, a volte in un solo emisfero, a volte in entrambi. Ciò rilevava che con l'intero cervello addormentato, le fregate mantengono il controllo aerodinamico. La fase di sonno REM negli stessi è durata solo pochi secondi, senza che si verificasse alcuna perdita di quota durante il volo. Si è calcolato che a terra dormono per circa 12 ore al giorno, mentre in volo ne dormono appena 42 minuti. Questo studio dal titolo “Evidence that birds sleep in mid-flight”, dimostra quindi che gli uccelli per mantenere il controllo aerodinamico non hanno bisogno di essere vigili. Per rimanere nel tema, sonno, Rattenborg aveva già dimostrato che i germani reali proprio perché costretti a dormire in situazione di pericolo a terra “….quando dormono ai bordi di un gruppo, …..mantengono un emisfero cerebrale sveglio e l’occhio corrispondente aperto e indirizzato lontano dagli altri uccelli, verso una potenziale minaccia”. Un altro studio condotto dall’ornitologo Ronald Lockley e condotto sul Rondone Apus Apus ha dimostrato che questo bellissimo volatile può trascorrere fino a dieci mesi volando senza mai fermarsi. Esso trascorre la maggior parte della sua vita in aria, fermandosi solo per riprodursi. Le prove di tutto ciò sono state fornite di recente attraverso dei GPS montati su 13 individui di questa specie. La loro conformazione ultraleggera gli consente di planare per ore ed è presumibile che riesca, come le Fregate, a dormire in volo raggiungendo a tale scopo altezze di 10.000 metri, per poi appunto planare con volo circolare e risalire nuovamente. Come pensiero finale per questo mio articolo vi invito ad alzare lo sguardo al cielo in questi giorni di primavera e vedrete nel rosso imbrunire volare in alto molto in alto questi fantastici volatili, forse alla ricerca del meritato riposo. |
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